TRIESTE. Innovazione, inclusione, autonomia, etica e memoria di una persona cara. Tutto in un bastone. È la (felice) storia di ‘LETIsmart’, un progetto di Marino Attini, presidente dell’Unione Italiana Ciechi (Uic) di Trieste. «L’idea è nata circa quattro anni fa. Due anni prima avevo perso mia moglie e desideravo fare qualcosa per onorare la sua memoria e allo stesso tempo poter aiutare le persone» ci spiega Attini, ingegnere, «così mi sono messo a progettare due kit per i bastoni elettronici per ciechi e li ho chiamati ‘LETIsmart Luce’, che rende il bastone luminoso, e ‘LETIsmart Voce’, che permette al bastone di ‘parlare». In due kit prende vita, così, l’idea dell’inclusione totale, principio caro alle Smart City di cui tanto si parla, ma che spesso non riesce concretizzarsi e del quale ora Trieste è pioniera in Europa. Qualche giro di presentazione all’azienda di trasporto pubblico locale, una chiacchierata con il responsabile di un’azienda del territorio specializzata in microelettronica, la collaborazione di enti locali e fondazioni ed in pochi anni ecco che ‘LETIsmart’ diventa realtà. «Quando Attini venne in azienda a proporci la sua idea» ci spiega Michele Scozzai di Trieste Trasporti «non riuscivamo a capire la portata di questo progetto. Stavamo già sperimentando un sistema ad infrarosso, ma non era efficiente. Grazie all’orientamento all’innovazione del nostro presidente, Pier Giorgio Luccarini, con un piccolo investimento ed una fase di sperimentazione, abbiamo toccato con mano la validità del dispositivo. Abbiamo quindi finanziato l’acquisto dei radiofari e dopo l’estate LETIsmart sarà attivo su tutti i mezzi cittadini». I radiofari comunicano – in tecnologia LORA, sistema radio – con il dispositivo inserito nel manico del bastone, avvertono la persona dell’arrivo dell’autobus e la guidano, con un segnale acustico direzionale, alla porta. Ciò sarà applicato anche ai cantieri, ai negozi e agli uffici di pubblica utilità in modo che la persona non vedente possa girare la città in totale autonomia e sicurezza. «Il nostro investimento etico in LETIsmart è stata la realizzazione di una promessa che come soci ci eravamo fatti all’atto di fondazione della nostra azienda e cioè, oltre a poter creare posti di lavoro sul territorio, poter aiutare qualche persona» racconta Diego Bertocchi, presidente di SCEN srl, società triestina leader nel settore della microelettronica «la nostra scelta aziendale di dare solo un servizio di prototipazione ai clienti ci ha permesso di sposare in tutto e per tutto LETIsmart. Abbiamo visto che lavorando in collaborazione con altre aziende, possiamo inserire la microelettronica in dispositivi già esistenti, garantendo inclusione e innovazione a lungo termine ». Con un bel risparmio sui costi di installazione. Che non guasta mai.
di Luisa Pozzar